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Il Giglio, bufala per passione

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L’anno scorso a Capodanno, mi trovavo a Pomigliano d’Arco, e camminando per uno dei Viali principali non ho potutto non fermarmi nel negozio del Caseiificio Il Giglio, perché? Perché stavano inaugurando l’apertura offrendo dei piccoli bocconcini di bufala ed Edoardo, che mangerebbe mozzarella in continuazione, ha iniziato a farsi dare assaggini a profusione, mi sono così vergognata da decidere di entrare ed acquistare qualche cosa. Scelta azzeccata (come si dice qui!). Dopo aver provato i loro prodotti e fatto due chiacchiere me ne sono subito innamorata, ecco perché adesso che sono qui, voglio andare a visitare il Caseificio che hanno a Saviano, sede centrale di produzione, dove ad accogliermi c’è Giuseppina Liuzzi, con un sorriso raggiante e solare, ho solo 30 anni, ma grinta e professionalità da vendere, mi racconta la sua storia, studentessa di Conservazione dei Beni Culturali, decide di lasciare gli studi per dedicarsi a quella che lei descrive come una forte passione, le sue parole a tratti ricordano le mie quando racconto di come mi sono avvicinata alla cucina….!

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All’interno dell’azienda non si limita alla gestione, ma è parte attiva della filiera produttiva e di vendita  se necessario.

Finalmente inizia il mio giro in produzione, non sono stata mattiniera ed ovviamente, a quest’ora  il lavoro è già stato tutto fatto, qui si inizia ogni sera alle 21.30 per terminare alla mattina molto presto, in modo che i prodotti siano pronti per essere consegnati freschissimi nei due punti vendita, nei supermercati e nelle gastronomie che li distribuiscono.

Al momento i loro prodotti sono reperibili solo in Campania, si stanno attivando per la certificazione CEE necessaria per poter vendere in tutt’Italia e non solo.

Il latte viene acquistato direttamente da Mondragone, entra in produzione attraverso tubi di acciaio, (le normative sulla produzione sono rigidissime), che lo refrigerano ad una temperatura di 4°, viene trasportato nel reparto pastorizzazione, ed in seguito cagliato nelle tine, aggiungendo caglio e siero d’innesto, viene poi lavorato, agitandolo, fino a quando non “afferra”, come si usa dire volgarmente, adesso bisognerà aspettare 5 ore, prima di poter elimare il siero in eccesso, che non viene buttato ma utilizzato per la produzione di ricotta, e di panna destinata alla produzione di burro.

Per arrivare a diventare mozzarella, la strada è ancora lunga, la cagliata deve essere divisa in 4 parti, perdendo ulteriore siero, ed essere tritata e raccolta per la cottura in combecina, a circa 100° facendola ruotare con una mazza di legno e con un particolare attrezzo di legno chiamato  iorio, somigliante ad una ruota, fatta filare, eliminando altro siero.

A quest’operazione partecipano ben 3 persone. Eccoci finalmente alla formazione delle tanto amate mozzarelle, che possono essere fatte a mano, o con una macchina che grazie a rulli di dimensioni diverse.

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Le mozzarelle vengono poi passate in acqua gelida ed in seguito in salamoia, nel così detto “salsettone”, un composto acqua, sale ed acido citrico, necessario per evitare che si sfaldino.

In salamoia restano per 3/4 ore, ma come mi ricorda Giuseppina, più tempo ci restano più saranno buone!!!

Ovviamente a me non resta che assaggiare…..!

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Dopo le mozzarelle, che sono superbe, io metto sicuramente la loro ricotta, è eccezionale, rievoca in me ricordi da bambina……

Se vi capita di passare da questa parti, andati a provare i loro prodotti, non ve ne pentirete di certo! Mi auguro rimanga tutto così, e che i progetti di Giuseppina di aprire altri punti vendita si realizzino, mantenendo sempre l’artigianalità dei suoi prodotti.

Un sabato tra cibo e tango

E’ sabato mattina, mi piacerebbe restare a letto lo ammetto, ma il programma della giornata è fitto d’impegni, bisogna svegliarsi, armarsi di voglia di camminare, comunicare, scrivere ed assaggiare!

Non esco sola, oggi e domani Edoardo sarà con me, mi piace che si avvicini al mio mondo, è sano ed educativo. Il primo appuntamento è con amici con i quali condivideremo colazione e mattinata alla fondazione Catella, dove è di scena il Food Revolution Day.

Per colazione Denise vuole farci conoscere un posticino nuovo nel quartiere Isola, che sta diventando sempre più ricco di attrattive e punti d’incontro, una zona in continuo movimento; eccoci al “Le Pommes”, fa un pò Francia ma non troppo, carino, accogliente, personale simpatico, una vasta gamma di brioches dolci, nonostante il nostro ritardo sull’orario classico di colazione (credo fossero le 11.00), ma soprattutto una buona proposta di mini paninetti e sandwick di ogni tipo, succhi di mela ed ottime spremute, alle parete, tanti bellissimi libri di cucina. Colazione fatta, Edoardo scalpita perché il corso di cucina “Tagliatelle a colori” per bambini alla Fondazione è iniziata! Eccoci, Edo si inserisce nonostante il ritardo e grazie alla gentilezza rassicurante di Federica Buglioni, responsabile di Bambini in cucina, può iniziare a preparare la sua pasta.

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Che organizzazione e che ordine, neanche nella cucina del mio ristorante a volte si riesce a far coordinare i movimeti di tutti come sono riuscite a fare Federica e Fiorella, ma loro con i bambini sono abituate a trattare, la loro Associazione non a scopo di lucro, si occupa di organizzare laboratori per bambini e non solo.

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Ecco Federica, solare e riservata, concentrata sul suo lavoro, che svolge con evidente passione, Fiorella era occupata a seguire i bambini non ho voluto disturbala…

Edoardo era contentissimo, nonostante abbia usato delle verdure per cucinare, quasi un miracolo!!!!

Mentre il mio piccolo gigante era occupato ad impastare, io mi sono dedicata all’ascolto della di Palmo D’Onofrio, insegnante di cucina a Roma, ospite di numerose iniziative ed eventi televisivi. La ricetta che stà eseguendo è un Tiramisù ai Lampone, la procedura interessante è quella di “pastorizzazione” dei rossi d’uovo, eseguita tramite l’utilizzo di sciroppo di acqua e zucchero a 121°, importante per allontanare il pericolo di cariche batteriche indesiderate.

Palma è molto umile e disponibile, anche con me che faccio finta di non conoscerla per farle qualche domanda in più….Unica pecca, l’utilizzo della panna insieme al mascarpone, al Sud lo fanno in molti non è la prima volta che mi capita di vederlo fare, la ricetta originale risalente agli anni ’60, non la prevede affatto, come non prevede neanche l’utilizzo di alcun liquore

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Nello spazio del primo piano, ci sono diversi espositori, quello che mi faceva più gola era quello di una ragazza che ha prodotto Fregula tutta la mattina!

 

 

 

 

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Durante tutta la giornata sarà un susseguirsi di appuntamenti, bellissimo per i bambini i “giardinieri in erba” con Emanuela Bussolati, ed il corso di cucina con l’Istituto Alberghiero Amerigo Vespucci, accompagnato da ottime degustazioni!!!

Nonostante gli assaggi, ci sono bocche da sfamare! La scelta ricade subito su Omelette Baguette in via Pollaiuolo (in quale altra via poteva trovarsi?), noi siamo clienti fissi, è buono, veloce ed economico. Certo devono piacervi le uova.

Di solito cerchiamo di andarci in orari non troppo di punta perché è sempre pieno.

E’ pomeriggio inoltrato, questa sera abbiamo un appuntamento a teatro, grazie ad Alessandro, andremo a vedere lo spettacolo di Tango Macho, al teatro Nazionale, dico abbiamo perché ho deciso di portare con me Edoardo, oggi giornata da adulti fino in fondo! Lui e’ eccitatissimo anche se non ha la piu pallida idea di che cosa si tratti.

E’ ora di andare a prepararsi, in giro per la città gli eventi si susseguono…..
Sono le 20.00 puntualissimi arriviamo in Piazza Piemonte, abbiamo ancora 45 minuti a disposizione, li sfruttiamo per fare un apericena, ci diverte molto, Edo fa il suo solito show, con il titolare del locale.
20 e 40 ci fiondiamo ai nostri posti, poltronissima, settima fila, grazie ancora Ale! Lo spettacolo inizia e le emozioni si susseguono, le musiche, rigorosamente dal vivo, riempiono l’anima e vorrei non finissero mai di suonare, una musica sensuale, avvolgente, trascinante, con la mente non si e’ piu seduti ma li su quel palco a danzare con loro, ballerini e ballerine eccellenti, i loro movimenti così delicati sembrano surreali, fisici statuari, schiene perfette, sguardi che incantano…la prima ora vola via in un attimo, e con stupore vedo Edoardo divertito e molto attento.
La seconda parte riesce ad essere anche spiritosa, oltre che coinvolgente….sono le 22.30, purtroppo la magia e’ finita, per quasi due ore ci siamo estraniati completamente dal mondo, con serenità appagante.
Edoardo e’ felicissimo e adesso sa anche cosa sia il tango, certo per raccontagli le origini forse dovrò aspettare qualche anno, non quanti questo meraviglioso ballo abbia dovuto aspettarne per non essere piu considerato tabù…..

 

Curcuma

Mentre faccio merenda, con fragole, feta ed aceto balsamico, inizio a pensare alla cena…..

Sono appena rientrata dall’Esselunga, c’erano delle zucchinette con fiori bellissime e non ho potuto resistere! un bel pezzo di zucca arancione ed i miei adorati peperoncini verdi dolci!

Intanto lancio un impasto, ho voglia di pane al vapore alla curcuma, lo adoro!

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Premettendo che metterei la curcuma ovunque, oltre ad amarne sia il profumo che il sapore, fa anche molto bene, ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti ed antidolorifiche. E’ una spezia indiana.

Detto fatto, l’impasto nel frattempo ha lievitato ed è in cottura.

la ricetta è molto semplice, ecco gli ingredienti:

150 g di acqua

15 gr di lievito di birra

250 gr di farina 00

10 gr di sale

10 gr di curcuma

io scaldo prima a 37 gradi per un minutino l’acqua con il lievito, poi unisco tutti gli altri ingredienti nello stesso ordine della lista, impasto, (non lo faccio a mano) e faccio lievitare per almeno un’ora, diciamo finchè non raddoppia.

Poi lo cuoci a vapore per 45 minuti.

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Eccolo pronto! bello e buono ve lo assicuro.

Già che ci sono userò la curcuma anche per la cena, il suo colore riempie di allegria.

Con le zucchinette farò un battuto dopo averle tagliate a rondelline e fatte saltare in olio e sfumate con del vino bianco, da mettere sul pane alla curcuma tostato insieme ai peperoncini dolci verdi stufati.

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Mammamia alla fine ne ho mangiati due!!!!!

Adesso è ora del risottino  risottino integrale alla curcuma, con crema di zucca e fiori croccanti.

In pratica un risotto alla milanese, realizzato però con riso integrale e con curcuma al posto dello zafferano, per la crema di zucca ho cotto la zucca e poi l’ho frullata, i fiori dopo averli lavai accuratamente e lasciati rassodare in acqua e ghiaccio, li ho asciugati bene, vaporizzati con olio extra vergine d’oliva, salati e cotti in forno a 220 gradi per pochi minuti.

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Ovviamente l’ho spolverizzato con il Parmigiano 31 mesi che avevo comperato a Reggio Emilia, una nota quasi piccantina.

Direi che per questa sera mi sono viziata abbastanza, la soddisfazione maggiore? Edoardo, mio figlio, 6 anni, ha voluto il bis del risotto, considerando che non mangia ne verdura ne cibi colorati (credo sia una fase), mi sento la mamma più felice del mondo!